Parlare oggi di Lisbona significa, come afferma Gonçalo Byrne, di una città “straordinariamente bella, accogliente e millenaria” (1). Lisbona oggi è una capitale europea periferica ma ricercata, caratterizzata da tratti distintivi che si possono cogliere, come sapientemente ci fa capire Wim Wenders nel film Lisbon Story, solo attraverso l’esperienza di vivere direttamente la città. Per capire quello che Lisbona oggi è diventata è comunque necessario comprendere la sua storia: il passato della città rivela una metropoli “fragile” dove a differenti periodi di rovina sono corrisposti costanti periodi di rinascita.
Nel recente passato la città, come capitale di uno stato bersagliato dalle dinamiche economiche mondiali, ha risentito di riflesso della globale crisi finanziaria; nel 2011 infatti il governo portoghese ha ritenuto necessario chiedere l’aiuto della Troika affinché venisse messo in atto un salvataggio da 78 miliardi di euro; a distanza di tre anni dalla richiesta di aiuto il Portogallo ha rispettato gli accordi e nel 2014 il governo di Lisbona è riuscito a risollevarsi per uscire dal programma di assistenza finanziaria (2).
In un ambiente dove però le politiche di rilancio vengono tutt’ora accantonate da misure di austerity, persino un campo di eccellenza come l’Architettura potrebbe venire dimenticato: se si considera che nel 2014 il governo portoghese tentò di mettere all’asta 85 opere di Mirò per coprire parte dei debiti, l’eventualità che un settore chiave per lo sviluppo di una nazione come l’Architettura possa venire ignorato non è assolutamente da escludere.
Nel 2012 Andrè Tavares parlava a tal proposito di “rovine laureate” (3), per denunciare come alcuni capolavori architettonici come la piscina di Leiça da Palmeira a Matosinhos e la Casa das Artes a Porto fossero stati ignorati a tal punto da venire rispettivamente depredati e di fatto abbandonati: i furti di materiale e l’assenza di una ordinaria manutenzione sono purtroppo figli di una situazione di povertà economica – e sociale – al limite del sostenibile.
Oggi il paese che si presta a ripartire lo fa comunque in uno scenario economico ancora precario.
Nel campo dell’Architettura e delle costruzioni in particolare la volontà del governo portoghese, coadiuvata da un importante ciclo di finanziamenti comunitari che si concluderà nel 2020, si è delineata al fine di raggiungere l’obiettivo di riabilitare le città pensando in particolare all’efficienza energetica degli edifici. Le intenzioni mirano a portare, alla scadenza del 2020, la riabilitazione urbana ad occupare il 17% del settore delle costruzioni, in un campo che vede impiegato in questo settore il 10% degli occupati (4). Tuttavia, quello che sta accadendo nella capitale si spinge oltre le politiche nazionali di riabilitazione urbana.
Oggi Lisbona, in quanto capitale di uno stato, gode di alcuni benefici rispetto al resto del territorio, tra cui sicuramente quello di essere visibile; probabilmente anche per questa ragione, a Lisbona in questo momento vi è un fermento tale che si verificherà nel giro di qualche anno un cambiamento importante delle sue caratteristiche urbane.
L’attenzione dell’amministrazione infatti si sta occupando di altri tasselli chiave per aumentare la qualità della vita (5): l’obiettivo principale della municipalità è quello di puntare su una mobilità sostenibile e di accrescere la qualità dell’ambiente urbano. La più grande opera che, in virtù di queste decisioni, si sta sviluppando a Lisbona e che vedrà i lavori protrarsi fino al 2017, è la riqualificazione di quella parte di città che si affaccia sul Tejo, una delle dominanti ambientali più importanti della città, al fine di creare un rapporto di interconnessione più forte e unitario tra il tessuto urbano esistente e il fiume.
Il progetto si sviluppa sostanzialmente in tre punti differenti che concorreranno a creare un unico riverfront: Campos da Cebola, Corpo Santo e Cais do Sodrè. A questi nodi si aggiungerà nei pressi di Campos da Cebola la realizzazione del nuovo Terminal Cruzeiros, progettato da Carrilho da Graça, e che rappresenterà una delle nuove porte alla città.
In generale, il contesto che si sta delineando si schiera a favore del riuso piuttosto che della costruzione ex novo. Nonostante questo, si può notare come oggi Lisbona stia gradualmente cambiando aspetto, e seppur entrino in gioco le note problematiche economiche, la città si sta avviando a perdere quell’aria decadente che l’aveva contraddistinta.
Capitali esterni, privati e provenienti da paesi europei più ricchi, stanno approfittando della precarietà economica per rilevare i tantissimi palazzi abbandonati dai cittadini insolventi a prezzi favorevoli. Questo fatto ha dei lati positivi e dei lati negativi: da una parte in alcuni quartieri della città molti cittadini saranno costretti ad andar via in seguito all’aumento esorbitante dei prezzi che si verificherà; d’altra parte, alla luce di una situazione non ancora stabilizzata dal punto di vista economico, le nuove possibilità di organizzazione urbana si stanno traducendo in nuove possibilità per gli Architetti e, in generale, per un settore chiave per lo sviluppo di una città come quello delle costruzioni; sarebbe comunque più concreto arrivare quasi a ripensare il ruolo dell’Architetto, come di un professionista che possa essere utile alla causa e collocarsi come una figura più “vicina” ai bisogni delle persone anche in tempi non totalmente agiati.
Per capire Lisbona pertanto è necessario, e lo sarà in futuro alla luce dei cambiamenti che si verificheranno, guardare l’andamento storico di una città nel quale a gravi periodi di crisi sono corrisposti positivi periodi di rigenerazione. Quello che è interessante notare è capire come Lisbona sembri avere questa capacità, ancora oggi, di rivelare con evidenza il territorio che la sostiene, come dice Carrilho quasi come se la città fosse un vestito calato sopra un corpo che si rivela e che diventa costantemente visibile (6), come se fossero le persone ad appartenere al territorio e non viceversa (7).
Lisbona oggi deriva anche da questi eventi; come esprime cinematograficamente Wim Wenders qua più che altrove la città richiede “esperienza diretta” di tridimensionalità, una sorta di conoscenza sensoriale al pari di quella che vive Winter per le strade di Alfama in Lisbon Story.
È solo operando in questo modo che è possibile capire e comprendere quella città straordinariamente bella, accogliente e millenaria che Lisbona si dimostra.
Matteo Fusaro
NOTE
(1). BYRNE G., “La Lisbona di Gonçalo Byrne”, in Domus, 986, dicembre 2014, pp. 135-140.
(2).http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/26/portogallo-varato-il-governo-socialista-di-costa-bruxelles-teme-un-altro-tsipras/2254108/
(3). http://www.domusweb.it/it/architettura/2012/03/14/rovine-laureate.html
(4). http://www.ccitalia.pt/notizieita.html#riab
(5). http://www.cm-lisboa.pt/pt/viver/urbanismo/espaco-publico/projetos-frente-ribeirinha
(6). Esposizione “Carrilho da Graça: Lisboa”, Garagem Sul do Centro Cultural de Belem, Gennaio 2016.
(7). MACIOCCO G., The Territorial Future of the City, Springer Science & Business Media, 2009.
COMMENTS