Mentre in Regione si scrive la nuova legge urbanistica e si riafferma la centralità del PPR nel sistema di regole della pianificazione regionale, un gruppo di professionisti lavorando all’adeguamento di un piano particolareggiato del centro matrice di un piccolo paese della Sardegna, propone una pianificazione che coinvolge una comunità, mettendo al centro le persone e le potenzialità del territorio.

Pubblichiamo il racconto del Laboratorio su spazi pubblici, luoghi abbandonati e arte partecipata realizzato da parte del Collettivo Apnea.

 

panorama abitato

Panorama di Ittireddu da Monte Ruju con sullo sfondo il vulcano spento

 

Ittireddu, provincia di Sassari, popolazione stimata di circa 500 persone, paese che si estende su una collina chiamata “Monte Ruiu”, circondato da rilievi di origine vulcanica e protagonista, nel 1870, del più forte sisma mai fatto registrare in Sardegna ( potenza stimata del 5°/6° grado della scala Mercalli). Paese che fino a qualche tempo registrava un’economia basata sullo sfruttamento della cava vulcanica, dalla quale si estraevano pietra pomice e lavica, sul lavoro contadino, sulla pastorizia , sulla lavorazione degli alimenti e sulla tecnica dell’intreccio, della filatura e della tessitura.

Il Collettivo Apnea si inserisce in queste 5 giornate di lavori e concertazione grazie all’invito del gruppo di lavoro temporaneo “Ittireddu PianoP” composto da Maria Pina Usai, Matteo Lecis Cocco Ortu, Francesco Lecis Cocco Ortu, Alberto Farina e Stefania Murru, gruppo incaricato della realizzazione del nuovo piano particolareggiato di Ittireddu. Assieme a noi è presente anche Tellas, un giovane artista sardo di fama internazionale che ha già realizzato alcuni murales nelle maggiori città europee. Artista che è stato convocato qui ad Ittireddu per creare un murale riprendendo il suo stile, ovvero foglie, acqua, rami, elementi naturali, paesaggi marini o figure astratte prive della presenza umana. Tre diverse componenti per 5 giornate all’insegna della condivisione e della pianificazione partecipata.

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All’interno del percorso di studio e rifacimento del piano particolareggiato del paese , 500 cittadini circa come detto precedentemente, bambini allegri e rumorosi e natura presente e importante dietro di essi, troviamo almeno 3 centri nodali della vita amministrativa, religiosa, politica e sociale del paese, ovvero i luoghi di aggregazione storici:

a) la chiesa di Santa Croce, preceduta da un selciato composto di pietre laviche un tempo, rimosse e sostituite con pietre in basalto e altri materiali compatti poi, per ritornare ad essere costituita di pietre in granito(?), importante e caratteristica per l’aggregazione sociale che creava e che può creare oggi;

b) la Piazza San Giovanni XXIII, cuore pulsante della vita sociale, dove svetta la chiesa di Nostra Signora di Intermontes, affiancata dalle poste, dalla banca e dal tabacchino,

c) Piazza Cuzzolu (oggi Piazza Vittorio Emanuele), il salotto buono della città dove generalmente il paese si ritrovava per proiettare dei film e godere insieme del tempo libero. Tre siti, di grande interesse per l’occhio dei progettisti che ci affiancano in questa splendida e nuova iniziativa di recupero.

La creazione del Piano particolareggiato, secondo la visione di Matteo, Maria Pina, Francesco, Alberto e Stefania, deve passare necessariamente attraverso il dialogo con la gente che ha vissuto, vive e vivrà Ittireddu. Una riscoperta e un recupero dal basso, coordinato, pensato per la gente, armonico e sostenibile. Mantenere le peculiarità del paese, principalmente del suo centro “Matrice”, così come era stato creato, e allo stesso tempo introdurre novità strutturali che possano restituire gli spazi principali e farli ripopolare. Il nostro compito in queste giornate è stato recuperare la memoria storica attraverso il dialogo con i cittadini e la sensibilizzazione. Recuperare l’esistente ancor prima di costruire il nuovo.

Domenica 5, il principio.

Si parte da Sassari per respirare l’aria di Ittireddu, capirne il contesto, raccogliere foto, incontrare la gente, pensare alle possibili alternative agli spazi abbandonati. Si va via sicuri di poter realizzare qualcosa di davvero positivo e sostenibile per gli abitanti del paese, si va via contenti, un po’ sorpresi da quella che è la classica vita di paese: ritmi lenti, vita sana, aria pura, cibo delizioso, bambini che giocano per le strade, traffico inesistente. La vita di un tempo.

Bambini in piazza Santa Croce

Bambini che corrono in piazza Santa Croce

 

Si ritorna Mercoledì 8.

Il primo impegno è quello di fotografare gli spazi pubblici, privati, gli edifici e le zone di interesse che sono state abbandonate da troppo tempo, decenni probabilmente. Contestualmente all’attività di fotografia ci occupiamo di schedare singolarmente ogni edificio inutilizzato. Il primo banchetto informativo lo allestiamo in piazza San Giovanni XXIII. Dalla mattina fino al primo pomeriggio incontriamo molti anziani residenti e nativi di Ittireddu.

Apnea in piazza di chiesa

Il Collettivo Apnea intervista gli abitanti in piazza Giovanni XXIII

Ci affascinano i racconti di 40/50 anni fa, la memoria umana che non conosce confini quando si racconta. La costante nei racconti dei residenti è la presenza del vulcano, una presenza forte che ricorda la natura del luogo e la sua forza dirompente. Si ricorda di come il vulcano abbia creato un indotto economico importante, nei primi anni ’50, grazie all’estrazione che garantiva la presenza di imprenditori, operai, tecnici, esperti di geologia. Dai racconti emerge che l’estrazione ormai da anni è stata sospesa, dato importantissimo che ci permette di ipotizzare due alternative all’uso solito della cava: la realizzazione di un museo fotografico delle attività che venivano curate all’interno della cava e la creazione di un percorso di trekking, interessante dal punto di vista turistico visto e considerato che Ittireddu partecipa al circuito musicale del “Time in Jazz”, dell’artista Paolo Fresu, circuito che permetterebbe di valorizzare il panorama di Ittireddu e di attirare turisti e cittadini amanti della musica e delle passeggiate all’aria aperta.

Il secondo impegno è chiamare a raccolta i bambini che ritornano dalla scuola. Il nostro scopo è insegnare loro la passione per la propria terra, per il paese natìo, sensibilizzarli sull’uso consapevole delle risorse messe a disposizione dalla natura, farli divertire negli spazi in cui i protagonisti sono stati in passato i loro bisnonni, i loro nonni e genitori e che, si auspica, torneranno ad essere vissuti proprio da loro. Abbiamo così creato una lavagna e dei fogli bianchi dove ognuno di loro potesse esprimere la propria personale idea del paese. Abbiamo chiesto loro di immaginare Ittireddu, e disegnarlo. E abbiamo visto emergere con prepotenza la natura che circonda il paese. Il vulcano, il monte Ruiu, gli scorci che si possono ammirare passando per le vie del centro. E la visione dei bambini spesso è la più autentica e genuina possibile. La natura protegge il paese e lo caratterizza. Sappiamo dunque in anticipo che dovremo tenere conto del desiderio di chi sarà protagonista della vita di questo paese fra qualche anno.

Apnea al caseggiato

Il Collettivo Apnea con i bambini nel caseggiato delle ex scuole elementari

 

Giovedì 9 si cambia location.

Ci spostiamo fra la chiesa di Santa Croce e la vecchia scuola elementare. Due spazi particolari del paese. Il primo è sicuramente molto caratteristico, come già ricordato all’inizio dell’articolo. Scambiando opinioni con i residenti, emerge un altro dato importante: la chiesa risale all’età bizantina, e come detto, presentava un selciato in pietra lavica molto bello da vedere, ma lo stesso selciato è stato sostituito da pietre in basalto, creando un po’ di malcontento fra i molti sostenitori del “lasciare le cose come erano in origine”. Un altro dato che viene fuori è la quantità di macchine che vengono quotidianamente parcheggiate in piazza Santa Croce. Si ipotizza, sempre in pieno confronto con la popolazione, la creazione di un sito poco fuori dal centro storico, per la sosta delle auto, in modo da favorire la riappropriazione dello spazio antistante la chiesa e la conseguente rivitalizzazione di un sito realmente vissuto in epoca passata.

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Il laboratorio organizzato da Tellas con i bambini delle scuole elementari di Ittireddu

Il secondo spazio sul quale lavoriamo durante la giornata è la vecchia scuola elementare. Ad oggi, vista la carenza di studenti di età compresa fra i 6 e gli 11 anni, lo spazio funge solo ed esclusivamente come “dopo-scuola”, ovvero vengono utilizzati gli spazi dell’edificio per attività ricreative dopo le ore 16. Lo spazio è strategicamente importante, ha una metratura di tutto rispetto grazie alla quale sarebbe proficuo realizzare laboratori, aule multimediali, sale di condivisione, e tanto altro. Affrontando l’argomento con il sindaco abbiamo avuto modo di capire che c’è già un progetto di recupero dello stabile, progetto che prevede proprio la destinazione dei locali ad uso ricreativo per giovani e non.

Stavolta, insieme ai bambini, seguiamo un itinerario focalizzato sui tre siti da noi individuati, la piazza San Giovanni XXIII, la piazza Santa Croce e la piazza Cuzzolu. Abbiamo precedentemente stampato su dei fogli A3 delle astrazioni grafiche dei 3 siti, lasciando appositamente vuote alcune parti per poter lasciare ai bambini il compito di riempirli. Anche qui abbiamo chiesto genuinità, spontaneità e creatività. Il risultato è stato eccezionale: fra piazze ricoperte di alberi, strade con lunghi selciati in pietra, cieli azzurri e piscine naturali sparse un po’ ovunque per il paese, vulcani accesi e panchine pronte ad accogliere le persone. Il libero sfogo creativo dei bambini ci rallegra e ci ricorda che molto spesso le idee più semplici e naturali possono realmente rappresentare una verità totale: le città, i paesi, devono nascere e crescere in piena sintonia con l’ambiente, creare spazi da vivere e conciliare le esigenze umane con il rispetto della natura. Altre 2 ore intense con i bambini e poi un breve incontro con gli adulti del paese per capire un po’ meglio l’origine di Ittireddu e le potenzialità inespresse che possono essere veicolate meglio durante il piano particolareggiato.

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Tellas inizia a dipingere l’edificio dell’ex caseificio

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L’edificio dell’ex caseificio e la vista sul vulcano spento

L’artista Tellas da Domenica lavora alla sua opera sulla parete del vecchio caseificio. Incessantemente mescola i suoi colori, pensa e ripensa al soggetto principale del murales, lo individua presto nel vulcano, che come detto caratterizza Ittireddu e la distingue dai paesi limitrofi. Inutile dire che l’opera realizzata, per impatto visivo, colori e ombre ci lascia a bocca aperta. Il suo stile è inconfondibile, particolare, impattante. L’assenza dell’uomo ci ricorda l’importanza centrale dell’ambiente, e Tellas lo sottolinea perfettamente. Si capisce subito che l’artista è sensibile al recupero e al riutilizzo sostenibile dell’ambiente e dei luoghi pubblici. Ci emoziona poterlo vedere all’opera e in queste giornate siamo stati fortunati a poter ammirare il suo stile e la sua determinazione nel creare un’immagine diversa del paese. E’ stato bravo a coinvolgere i bambini, fornendo loro pennelli e colori per la realizzazione di un secondo piccolo murales sulla parete del vecchio edificio scolastico. Coinvolgimento, divertimento e passione hanno contraddistinto la sua arte in queste 5 giornate.

 

Murale Tellas

L’opera di Tellas terminata nell’ex caseificio con lo scorcio verso il vulcano spento

 

Venerdì 10 Ottobre concludiamo il processo partecipativo.

E’ la giornata tecnica per eccellenza. Vengono raccolti i disegni dei bambini, esposti nei 3 siti dove abbiamo individuato le potenzialità di Ittireddu, viene invitata la cittadinanza ad una proiezione serale dei lavori svolti nella piazza Cuzzolu, in maniera da creare già un nuovo modo di vedere la piazza e di riviverla. Tellas contemporaneamente ultima la sua opera per la presentazione finale. Alle 19 viene allestito un salotto in piazza Cuzzolu, con tavoli e sedie, viene fissato un videoproiettore, cala il sole e si inizia a proiettare.

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Le proiezioni in piazza Cuzzolu durante la serata conclusiva del laboratorio

E’ bello vedere che la popolazione risponde bene all’iniziativa. Le strade si riempiono di persone, adulti e bambini tutti insieme, curiosi di vedere ciò che abbiamo creato per loro. Vengono proiettate foto della Ittireddu di un tempo, strade piazze e luoghi vissuti dagli antenati, circondate da fili dove sono stesi i disegni dei bambini, una sorta di mostra a cielo aperto. In seconda fase si proietta la mappatura di Ittireddu, mostrando alla gente gli spazi recuperabili e riutilizzabili. Si passa infine alla proiezione dei casi studio, ovvero alcuni esempi italiani ed europei di recupero partecipato, a significare l’importanza della popolazione attiva nel percorso di recupero. Si passa poi alla ex scuola elementare per mostrare ai genitori i murales realizzati dai bambini insieme a Tellas.

Murale Tellas Asilo

Le diverse fasi realizzative del dell’opera di Tellas con i bambini dell’asilo di Ittireddu

 

Si gira poi all’ex caseificio per ammirare l’opera di Tellas, con lo stupore generale degli abitanti nel vedere il loro muro abbellito da tanta creatività. Si va poi verso Santa Croce per lo sguardo finale alla chiesa e per riunirci tutti insieme a cena. Anche qui sono stesi su fili di spago i disegni realizzati dai bambini, la costante di queste meravigliose giornate di riappropriazione. Ci si confronta con gli abitanti, noi di Apnea insieme a Matteo, Francesco, Alberto, Maria Pina, Stefania, Tellas. Raccogliamo opinioni, consigli, suggerimenti, storie affascinanti sulla vita di un tempo. Ci riempie di orgoglio e ci rende felici aver contribuito in piccola parte ad una programmazione partecipata, ad un ripensamento dal basso del paese. Crediamo fortemente che la realtà di Ittireddu possa trovare nuove energie dal confronto continuo fra abitanti e tecnici, e crediamo che queste giornate siano solo l’inizio di un percorso riqualificante che porterà benefici ad Ittireddu e alla sua gente.

Piazza Santa Croce_Cena Collettiva_2014.10.10

La cena conclusiva del laboratorio in piazza Santa Croce

Non possiamo che ringraziare i cittadini, primi protagonisti delle giornate di lavoro, il sindaco per la disponibilità e la gentilezza nel metterci a disposizione materiali e strutture, ed i bambini, cuore pulsante e base dalla quale far ripartire il futuro delle nostre società moderne. Ittireddu ci ha regalato tantissimo dal punto di vista umano, e siamo sicuri che saprà meravigliarci quando torneremo a Gennaio per il prosieguo del PianoP.

PP Ittireddu_Logo

Il logo del processo partecipativo #IttiredduPianoP