L’irruzione della dimensione digitale nella vita quotidiana sta producendo uno stravolgimento della forma di abitare: ci muoviamo attraverso Territori Intelligenti, dove emergono nuovi modelli di Cittadinanza. A scala urbana possiamo parlare di Sentient City, ossia della Città Sensibile, basata su un ecosistema tecnologico/sociale dove la conoscenza, le azioni collettive e le interazioni tra persone e spazi sono potenziate dalle nuove possibilità offerte dall’ibridazione fisico-digitale.

Identità digitale

Oggi la nostra identità è composta da due dimensioni: la presenziale e la digitale. L’interazione di queste due dimensioni con l’ambiente in cui ci muoviamo segue dinamiche completamente differenti: quella presenziale è “condizionata” dal luogo in cui ci si trova e le persone che ci circondano, mentre quella digitale è completamente indipendente dallo spazio ed è caratterizzata da una particolare dimensione temporale in cui convivono passato e presente.

L’Identità Digitale non è il risultato della costruzione personale di ognuno di noi, ma la somma di una serie di “azioni ed opinioni” che amici, colleghi e conoscenti rendono pubbliche nella sfera digitale (internet). A queste dobbiamo inoltre aggiungere tutte le informazioni registrate dai dispositivi elettronici e digitali che ci accompagnano ormai in qualsiasi posto. In questo modo l’Identità Digitale diventa davvero univoca e allo stesso tempo una grande risorsa per lo sviluppo di processi di partecipazione e auto-gestione, che s’indeboliscono quando sopravvale l’anonimato. La rete ci sta permettendo di sperimentare, a grande velocità, interessanti processi di creazione collettiva, capaci di generare nuovi beni comuni (Commons) che si collocano al di fuori delle regole di mercato. Ci troviamo nella condizione di poter applicare direttamente allo spazio urbano quanto imparato dalla rete, permettendo ai cittadini di utilizzare la sfera digitale per comunicare e auto-organizzarsi, gestendo e trasformando collettivamente lo spazio che abitano.

Condizione Glocal

Considerando che molte delle nostre relazioni sociali e affettive avvengono secondo dinamiche che non hanno più una relazione diretta con la dimensione fisica, possiamo affermare che non viviamo più in un ambito locale specifico ma in una nuova dimensione dove il contesto locale si mescola con il globale: viviamo in definitiva in una nuova “condizione” che definiamo Glocal = locale + global.

Oggi cambiare città non suppone la rottura o indebolimento di tutta una serie di preziose relazioni umane, poiché abbiamo tecnologia e strumenti sempre più economici che ci permettono di comunicare a distanza anche quotidianamente. In virtù di questa nuova condizione, ogni città diventa più o meno interessante dipendendo dalla sua capacità di promuovere e facilitare questo tipo di relazioni glocal.

In questa nuova situazione è sempre più difficile per noi cittadini, sentirci partecipi della costruzione dell’Identità locale del quartiere o città in cui viviamo, perché viene a mancare il fattore umano che normalmente ci faceva identificare con l’ambiente sociale del territorio in cui viviamo.

Partecipazione Pubblica

Quando i cittadini non hanno nessuna possibilità di partecipare al processo di progettazione degli spazi pubblici del proprio quartiere è molto più difficile che possano identificarsi con essi, tanto più quando sono originari di altri quartieri o di un’altra città. Qualsiasi processo aperto di riflessione sulle proposte del comune o di semplici ricerche universitarie può generare preziose informazioni e non meno importante, il miglioramento delle relazioni fra i vicini di quartiere.

Spesso si teme che questo tipo di pratiche di apertura alla partecipazione pubblica, possa scaturire in inutili dibattiti o confrontI; tuttavia è evidente che non rendere visibili i “conflitti” non significa che questi non esistano, ed è sempre meglio conoscerli prima di intervenire.

D’altra parte il nostro attuale stile di vita ci ha abituati a utilizzare gli spazi urbani, come semplici spazi di consumo, dove non contribuiamo a produrre l’identità locale ma consumiamo la marca città che politici, tecnici e architetti hanno realizzato per noi. Fortunatamente, grazie alla sfera digitale, il nostro atteggiamento sta cominciando a cambiare, soprattutto per quanto riguarda lo scambio d’informazioni. La comunicazione orizzontale può aiutare a generare una maggiore connessione con il vicinato, oltre ad avvicinarci sempre di più a quei processi di connessione con progettisti, amministratori locali, studenti e ricercatori che lavorano sulla realtà urbana in cui viviamo. Nel momento in cui questo tipo di comunicazione funziona, i cittadini possono autorganizzarsi e conoscere in tempo reale le conseguenze delle proprie azioni sviluppando processi d’intelligenza collettiva.

Sentient Identity

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Ogni territorio, città, quartiere o strada, è depositario di una conoscenza tacita creata dalle persone che la abitano. L’accesso a questo tipo di conoscenza dipende dalla qualità delle relazioni con il vicinato, vale a dire con chi crea e trasmettono la cultura locale. Vista la scarsa solidarietà sociale che caratterizza le grandi città, è sempre più difficile accedere a questo tipo di conoscenza.

La dimensione digitale può aiutarci: su internet si pubblicano quotidianamente grandi quantità d’informazioni riguardanti i luoghi in cui abitiamo; potremmo approfittarne per creare strumenti che ci permettano di conoscere meglio le persone che vivono attorno a noi e gli spazi in cui ci muoviamo. Se ad esempio dopo cinque anni che si vive in un posto, non si è stati in grado di conoscere le persone del proprio palazzo, vuol dire che esiste un problema. Normalmente ci si saluta quando ci s’incontra per le scale, pero la maggior parte delle volte non si va oltre il saluto. Basterebbe conoscere poche cose dei nostri vicini, per esempio i loro interessi, e si avrebbe una motivazione in più per esporci e discutere con loro: piccoli elementi catalizzatori potrebbero creare grandi opportunità.

La sfera digitale può aiutarci in tal senso ad avere accesso a queste piccole informazioni, sempre nel rispetto della privacy. Queste informazioni sono in realtà già presenti nella rete grazie ai servizi di social network, tuttavia non sono ancora contestualizzate e relazionate con il territorio. Ultimamente sto lavorando sul concetto di Sentient identity, Identità Sensibile di Spazi e Persone, che si prefigge giustamente di poter semplificare questo tipo d’ibridazione fisico-digitale. La ricerca consiste nello studiare la capacità di contestualizzare in tempo reale il carattere della nostra identità digitale che normalmente è onnipresente e priva di sensibilità all’ambiente in cui ci troviamo. L’ipotesi è che utilizzando tutta l’informazione che pubblichiamo quotidianamente su internet, sia possibile generare sinergie tra persone, istituzioni e progetti che si trovano fisicamente vicini.

Identità Locale

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Comunità locale di Coreno Ausonio (FR) – Autore sconosciuto. 

Come abbiamo visto, troppo spesso l’identità locale di un territorio non è il risultato delle azioni di coloro che lo abitano ma di un progetto realizzato e messo in atto dai governi locali con la “collaborazione” dei principali agenti economici locali e globali. Questo ha una relazione diretta con quanto succede nei casi di emergenza e di crisi: s’interviene dall’alto per dare una soluzione con alloggi e servizi di prima necessità, distruggendo però, le relazioni e i processi che creano un’indispensabile vitalità sociale e che sono le basi dell’identità locale di qualsiasi territorio.

Tuttavia, sono convinto che l’attuale sperimentazione della comunicazione orizzontale e dell’auto-organizzazione possano rimettere in marcia quei processi di creazione collettiva che ci permettono, a noi cittadini, di ritornare a essere protagonisti della cultura e dell’identità locale. Per quanto riguarda la posizione di noi tecnici, sono convinto che dal primo momento in cui interveniamo sulla città, dobbiamo evitare di generare dipendenza. Dobbiamo agire cioè, promovendo soluzioni e situazioni che possano funzionare senza richiedere continuamente il nostro intervento. In altre parole dovremmo essere capaci di creare quei processi, reti e situazioni che permettano ai cittadini di appropriarsi degli spazi urbani e trasformarli per utilizzarli come meglio credono.

Testo di Domenico Di Siena | @urbanohumano

Domenico Di Siena è Ricercatore, Consulente e Speaker. Lavora sul presente ed il futuro delle città, analizzando e proponendo nuove strategie di Innovazione Urbana con l’obiettivo di sfruttare le nuove tecnologie per ottenere città più vivibili ed umane. Puoi seguire le ricerche di Domenico leggendo il suo blog personale (http://urbanohumano.orgdove scrive su temi quali : Innovación Urbana, Social Design, Network Thinking, Cultura Colaborativa, Urbanismo P2P y Shareable City. Se sei interessato a questi temi, puoi inscriverti alla Newsletter  che Domenico invia una o due volte al mese. Nella newsletter riceverai i suoi testi ed altri documenti di interesse relazionati con le sue investigazioni.