Il recente studio “Comuni in Estinzione, gli scenari dello spopolamento in Sardegna.” pubblicato dalla Regione Sardegna mette in evidenza lo stato di tanti comuni della Sardegna soggetti al fenomeno dello spopolamento. Riportiamo in questo articolo una parte dello studio dove vengono analizzate delle buone pratiche che riguardano la pianificazione territoriale, infrastrutture e servizi .
Tra gli esempi più interessanti adottati nelle regioni Ue in risposta a queste esigenze, è possibile citare i progetti di alcune regioni dell’ex Germania Est caratterizzate da declino demografico e invecchiamento della popolazione, inseriti all’interno del programma federale tedesco MORO (Modellvorhaben der Raumordnung), un importante strumento che incoraggia l’innovazione nella progettualità della pianificazione territoriale tramite la selezione e il finanziamento di alcuni progetti regionali particolarmente originali e avanzati. I progetti regionali selezionati hanno riguardato strategie per l’incremento dell’utilizzo di infrastrutture e servizi grazie a un miglioramento dell’accessibilità, perseguito sia con il decentramento di alcuni servizi a seguito dell’istituzione di centri di erogazione più piccoli e più efficienti, sia all’opposto ‐a seconda delle necessità‐ con la centralizzazione tramite l’accorpamento in unità più grandi e una contestuale ristrutturazione infrastrutturale.
Il ripensamento dei servizi e delle infrastrutture sociali ed economiche nei territori soggetti a spopolamento implica importanti questioni di governance per i soggetti implicati nella progettazione, nella messa in atto e nella gestione dei servizi stessi. In ambito europeo due sono le principali direttrici al riguardo: da una parte una maggiore partecipazione attiva dei governi regionali alla promozione e coordinamento di iniziative nei territori; dall’altra parte una forte spinta verso la creazione di reti tra autorità locali per la messa a sistema dei principali servizi di base per i cittadini. L’Unione Europea incoraggia una pianificazione e gestione delle infrastrutture e dei servizi che valichi i confini amministrativi comunali e promuove il coordinamento tra zone rurali e zone urbane.
Numerose iniziative sono state assunte in diversi Stati d’Europa a tal fine. Ad esempio, in Inghilterra sono state attribuite responsabilità riguardo la pianificazione territoriale alle Regional Development Agencies, che hanno avviato una costante collaborazione con le amministrazioni locali e altri partner subregionali per l’elaborazione di strategie integrate per lo sviluppo dei territori, e che si occupano primariamente di progettazione e gestione dei servizi primari. Nelle regioni soggette a spopolamento del Nord‐Est della Polonia è stata istituita un’agenzia regionale per il monitoraggio della qualità dei servizi e delle infrastrutture locali.
Per ciò che riguarda la cooperazione intercomunale per la garanzia di servizi di qualità sui territori in via di spopolamento, numerose iniziative sono state ritenute «di successo». Un esempio è il progetto Village Centres attuato in Germania nella Turingia dell’Est: le amministrazioni locali hanno elaborato un sistema integrato per la fornitura dei servizi pubblici di base, con la gestione comune di infrastrutture pubbliche quali scuole, case di cura per anziani, biblioteche, attività ricreative e culturali, ambulatori medici e consultori. L’utilizzo e la gestione intercomunale di infrastrutture, servizi e personale ha consentito un abbattimento dei costi e una maggiore efficienza e continuità nei servizi offerti ai cittadini del territorio.
Anche in Finlandia, per assicurare l’accesso ai principali servizi di base in regioni soggette a spopolamento sono state promosse soluzioni articolate in aree territoriali più ampie del singolo comune. Il progetto Paras, avviato nel 2005 e concluso nel 2012, ha previsto una riorganizzazione dei servizi e dell’utilizzo delle infrastrutture comunali tramite due opzioni d’intervento: la creazione di municipalità di 20.000 abitanti, grazie alla fusione di più comuni, o la creazione di sedi formali sovracomunali per la gestione comune e integrata dei servizi principali. In particolare, la creazione di municipalità più ampie, dato il sistema fiscale vigente, si aspetta garantisca un rafforzamento delle loro condizioni finanziarie e quindi una migliore dotazione utile per il miglioramento dei servizi offerti. Anche in Italia, per la gestione delle funzioni e dei servizi fondamentali dei comuni, si è scelta la strada della cooperazione intercomunale. Dal 2010, l’Unione dei Comuni e le Convenzioni sono le due forme di gestione previste per l’esercizio obbligatorio di tali funzioni per i comuni al di sotto dei 5000 abitanti. Come mostra una recente indagine dell’ANCITEL, società dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), le Convenzioni vengono nella totalità stipulate per la gestione di singole funzioni, mentre le Unioni si occupano spesso di un insieme di funzioni che riguardano la gestione associata ad esempio della polizia locale, dei servizi sociali e assistenziali, dei servizi scolastici, della raccolta dei rifiuti.
Da queste esperienze, come rilevato in alcune indagini conoscitive, sembra emergere un ruolo rilevante dei comuni medi e grandi, che grazie alla maggiore presenza di competenze specifiche e di dotazioni strumentali, tendono ad assumere responsabilità organizzative e gestionali più ampie. Questo si profila come un aspetto non secondario nell’utilizzo di tali forme associative, perché può essere problematico coniugare la razionalizzazione dei servizi con la qualità e completezza dei servizi offerti ai cittadini nei comuni più piccoli, che sono quelli in cui spesso è più forte lo spopolamento. A tutela delle specificità dei territori, emerge anche l’esigenza che tali forme associative siano di non grande dimensione e includano comuni con conformazione geografica, sviluppo socio‐economico e sistema di servizi scolastici e sociosanitari simili.
Altre importanti iniziative di tipo adattivo nei confronti dei processi di spopolamento riguardano la riorganizzazione del sistema dei trasporti. In Est Turingia il servizio di trasporto è stato riorganizzato a livello sovracomunale, realizzando un abbattimento dei costi grazie alla razionalizzazione della gestione del bilancio tramite il software canadese HAUSUS, elaborato alla fine degli anni ’80 in Canada per gestire un sistema di trasporti adeguato in condizioni di forte calo demografico e diminuzione dell’utenza. É stato introdotto un programma flessibile di orari per il servizi integrati di trasporto dell’area in risposta sia alla frequenza relativamente bassa delle tratte, sia alla difficoltà di “riempire” le corse.
Per ovviare a ciò, inoltre, sono stati erogati incentivi finanziari ad alcune società private per la gestione di piccoli autobus on demand, ai quali è affidata la copertura delle tratte che collegano le zone più remote e spopolate fino al collegamento con le strade principali. Una riorganizzazione in tal senso del sistema dei Comuni in estinzione, trasporti è stata attuata anche in altri territori spopolati della Germania, come nella regione del Lausitz‐ Spreewald in cui il servizio di trasporto è stato ripensato in maniera alternativa con un sistema interdistrettuale integrato pubblico‐privato per soddisfare le esigenze del trasporto scolastico e turistico.
A sostegno della rete dei trasporti, naturalmente, deve esserci un efficiente sistema delle infrastrutturale viarie. In Sardegna, come è noto, il sistema stradale ha visto negli ultimi anni progettati e avviati alcuni interventi negli assi principali mentre la rete stradale complementare presenta criticità nella funzionalità,nella messa in sicurezza e nei collegamenti verso le zone interne, una condizione che negli anni ha influito sull’abbandono di ampi territori.
Le riflessioni su quali interventi siano utili a salvaguardia della dotazione infrastrutturale nelle aree soggette a spopolamento hanno evidenziato l’importanza di strategie per lo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche (ICT) e della loro implicazione in sistemi innovativi di fornitura di alcuni servizi di base. Spesso i progetti europei per la pianificazione territoriale dei servizi nelle aree spopolate e isolate prevedono l’uso di e‐government, e‐learning, e‐business e e‐healt. In alcune regioni del nord della Svezia è stato attuato l’innovativo progetto E‐hälsa, finanziato con fondi strutturali 2000‐2006, che prevedeva l’inserimento di soluzioni ICT per alcuni servizi sanitari, in cooperazione tra amministrazioni locali e PMI del settore. Tra questi, ad esempio, i servizi di consulto e diagnosi a distanza e il miglioramento delle informazioni sugli operatori del settore. Il progetto prevedeva anche la progettazione e la messa in opera di un piano regionale di formazione rivolto agli operatori sanitari per l’utilizzo della ICT in campo medico.
L’utilizzo delle ICT nei servizi sanitari (telemedicina), è ancora poco diffuso a livello europeo nonostante siano state sviluppate soluzioni di grande potenzialità nella valutazione clinica di un’ampia serie di patologie, così come riguardo alla precocità delle diagnosi e all’abbreviazione dei tempi di ricovero. Tramite il Programma Interreg IV C è stato finanziato il progetto Regional Telemedicine Forum, che coinvolge nove regioni in tutta Europa, la maggior parte soggette a spopolamento e/o invecchiamento della popolazione, al fine di approfondire la conoscenza della telemedicina riguardo tre patologie croniche: il diabete, i disturbi da fumo e le malattie cardiovascolari. Il progetto, di durata triennale, ha incluso la realizzazione di una piattaforma permanente europea, il Regional Telemedicine Forum, per la condivisione e diffusione dei risultati raggiunti.
Al fine di adattare il sistema di servizi al declino demografico, nella regione del Mecklenburg‐Seenplatte, situata nel nord‐est della Germania, è stato sviluppato un sistema di centri medici per le aree rurali in cui viene favorito l’impiego di giovani medici, tramite incentivi finanziari al trasferimento nell’area, e viene garantita la possibilità di consulti specialistici e servizi di cura e ricovero. Interventi di agevolazione finanziaria per il reclutamento di giovani medici sono stati attuati in altre aree spopolate della Germania, quali la regione della Lausitz‐Spreewald e delle Turingia dell’Est.
Tali territori sono all’avanguardia anche nella riorganizzazione dei servizi per l’istruzione, ripensati nei termini di una cogestione tra più amministrazioni locali al fine di ridurre i costi, ma con l’obiettivo di mantenere alta la qualità e l’efficienza dei servizi. Nell’area rurale della Turingia dell’Est la rete di scuole secondarie del territorio viene gestita a livello sovracomunale con il vincolo che nessun centro abitato si trovi a più di 10 km da una scuola secondaria.
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