SESSIONE FOTOGRAFIE SENIOR
2° classificato
FS6 – Davide Virdis – punti 75 – 2° premio 7.500,00 euro; “Relitti”
“Il tema trattato rappresenta l’esito maturo di una ricerca di antropologia visuale incentrata sulla rappresentazione di luoghi e strutture dismesse che indirettamente informano di vicende collettive e individuali della nostra recente storia.”
“In che modo il suo progetto interpreta il paesaggio contemporaneo sardo e interviene per migliorarlo?”
Relitti è un lavoro che nasce in maniera spontanea, rappresenta la voglia di esplorazione che ho sempre cercato di porre al centro dei miei progetti fotografici. Relitti è il divertimento nell’infilarmi in luoghi abbandonati sempre con l’idea fantastica di cercare tesori. Relitti sono luoghi che non raccontano il passato, piuttosto esprimono una sospensione del tempo. Questo è ciò che in loro mi affascina. Relitti non sono “archeologia industriale”, non sono spazi architettonici, sono luoghi antropologici. Relitti sono spazi fuori dal tempo – surreali – ai margini di una società che viaggia a una diversa velocità.
Relitti sono luoghi parcheggiati in attesa che qualcuno gli restituisca una funzione e nel frattempo galleggiano spinti dalla corrente, navigano.
Fotografare i Relitti significa cercare le tracce di quello che è stato e, immaginando le vite che gli davano vita, cercare la loro essenza, rappresentarne l’anima.
La ricerca nata quasi 5 anni fa, senza confini territoriali (Toscana, Lazio, Sardegna, Corsica, Calabria….), è sempre stata caratterizzata dalla casualità con la quale ho incrociato i luoghi, senza mai cercarli premeditatamente: ti muovi spinto da altre motivazioni, scopri un relitto, ti fermi, cerchi il varco e ne esplori lo stomaco!
Più che un progetto fotografico, reputo Relitti un progetto mentale, una delle declinazioni possibili del mio rapporto con il paesaggio antropizzato. Un percorso che insegue l’idea di una qualità del paesaggio non più necessariamente legata al suo grado di purezza naturalistica, ma ad una valutazione che cerca motivazioni dall’analisi delle relazioni tra l’elemento naturale e le attività umane in esso stratificate, elementi generatori dell’identità di un luogo.
Ho sempre diffidato da chi crede che con la fotografia sia possibile dare risposte, mi piace di più pensare ogni immagine come una riflessione aperta, una domanda irrisolta che cerca la complicità di chi la osserva. Non credo che questo mio lavoro possa provocare direttamente alcun miglioramento nel paesaggio Sardo. Piuttosto mi riterrei felice se attraverso le mie immagini potessi contribuire a riflettere su una delle
problematiche del paesaggio contemporaneo, ben presente anche in Sardegna: il consumo del territorio, e su come spesso consideriamo morte, e quindi abbandoniamo a se stesse, porzioni di paesaggio ancora vive, in quanto capaci di trasmetterci emozioni.
Davide Virdis
Sardarch -riflessioni premio del paesaggio | Sardarch
febbraio 28
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