Caro Renzo,
belle parole. Condivido tutto sull’ascoltare, sul fare silenzio, sul rispetto per la natura. Condivido come qualunque giovane (o veterano) collega o amante di quel “nobile mestiere dell’architettura (se fatto bene)”. Esiste qualcuno forse, qualche persona di buon senso che possa non annuire a queste verità? Certo che applaudo e “condivido” e clicco su “mi piace questo elemento”. Certo.
“Talvolta l’architettura cerca il silenzio”. Talvolta gli architetti non lo cercano. Spessissimo e drammaticamente ai giovani colleghi (più o meno talentuosi) il silenzio è imposto. I concorsi che tu chiedi allo stato sono concorsi che mettono il bavaglio ai giovani ma che danno voce a quelli come te. La bontà e umiltà di un progetto non si “sente” più, quella sì che è silenziosa; ciò che si sente “forte” sono i cognomi come “Piano”…
Il silenzio ce lo chiedono tutti i datori di lavoro che non pagano. “Non pagano” non significa eufemisticamente “pagano poco” ma significa letteralmente “non pagano”. O mi vorrai forse dire che i 20 ragazzi che ospiti gentilmente ogni anno nel tuo acclamato studio da tutto il mondo percepiscano un minimo che li faccia quantomeno mangiare? Né pagati né appagati da questa situazione fuori dal normale e dal giusto; perché se tu esordisci con “costruire è la più antica scommessa dell’uomo” io ti rispondo che “lavorare è la più moderna scommessa dell’uomo” soprattutto nel nostro campo. Non c’è un minimo salariale. Non c’è assicurazione. Non ci sono tutele. Non c’è stabilità.
Ma sai qual è il paradosso Renzo? Che non ci sono neanche orari. Il silenzio ce lo chiedono tutti gli architetti quando facciamo le 9 di sera, o mezzanotte o, sotto concorso, le 9 del giorno dopo. C’è sempre un silenzio loquace dopo le 19 che sibila: “chi va via oggi per primo sarà il primo ad andar via per sempre”…
Scommetto che la prima cosa che insegni ai nuovi adepti dopo “sii umile” è questa: “nessuno qui è indispensabile”. Certo che nessuno è indispensabile. Tutti gli studi hanno un continuo ricambio gratis di tirocinanti e laureati talentuosi nel pulire modellini, rilegare tavole e ordinare bibliografie. Certo che nessuno è indispensabile. Non essendoci contratti chiunque salta la porta se non si presta (o prostra?). Tu tiri la catenella, lo stronzo và via, e avanti il prossimo..
Per chi rinuncia ad esser sfruttato negli studi c’è la soluzione “carriera universitaria”. Devo approfondire questo discorso Renzo o ti basta vedere le migliaia di tutor che fanno gavetta senza soddisfazioni? Hai mai visto quali sono gli studenti che vincono le borse di studio nelle università italiane per il dottorato? Più che talentuosi sono raccomandati. Qualcuno addirittura riesce a diventare professore sbaragliando le concorrenze. Qualcuno ce la fa. Sai perché? Il padre è un politico o un ex professore o un massone. E i talentuosi, quelli veri, guardano in silenzio.
Però Renzo devo ammettere che c’è un però. Ci sono quelli che emergono. Il talento se davvero c’è prima o poi verrà fuori, in silenzio. Basta pagare. Si perché chi può permettersi di andar fuori a “conoscere”, come ci inviti a fare, e studiare alla Columbian o Harvard ha già il posto di lavoro e probabilmente farà strada. Vedo nel tuo sito che sono ben accetti esclusivamente laureandi di certe università; sembra quasi che il talento ce l’abbia solo chi ha pagato almeno cinquanta mila euro l’anno. Se ci pensi tutti i contemporanei talentuosi tuoi amici archistar hanno una cosa in comune: un papà col portafoglio pieno. “I giovani devono andare”… Ma non diciamo dove.
Ma di una cosa siamo contenti Renzo: “l’Italia ha molto sole e tanto vento”.
Un collega non talentuoso
andrea
novembre 28
Il sito ufficiale di renzo piano è renzopiano.com? dove c’è scritto che vogliono solo laureandi provenienti da determinate Università?
…complimenti per l’articolo, ho sempre sostenuto che quel programma fosse un’accozzaglia di bei sentimenti e retorica vuota…in fondo c’è fazio che presenta…e di queste cose lui ne sa!
Mau
novembre 28
http://rpbw.r.ui-pro.com/
nell’internship program
Luisa
novembre 28
Non condivido la risposta a Renzo Piano, perchè il discorso è da leggere nel contesto di un programma che prevede monologhi, input, frasi non approfondite.
Condivido con l’autore le considerazioni generali sull’andamento -ormai noto- delle nostre carriere universitarie e non, ma se una persona come Piano è “arrivata” e spende una parola in favore del talento e del merito, non vuol dire che solo perchè non cambia il meccanismo delle cose non possa permettersi di farlo (non so se sia vero che cerca solo un certo tipo di collaboratori, ma onestamente se voi aveste un nome e delle responsabilità da difendere, mettereste nel vostro team ragazzi che sono delle incognite? certo, non è il nome di una facoltà a produrre studenti ottimi, ma almeno è una garanzia in più sul loro background). Comunque sono punti di vista.
Invece l’ultima frase, sul sole e il vento, la disapprovo completamente….chi scrive conosce bene il potere delle parole, e lasciare una frase del genere come “amara conclusione”, è fin troppo ambiguo. Sembra ironico. Renzo Piano stava esprimendo un concetto importante….cioè che il progettare bene prevede una progettazione adatta al luogo, e che se in italia ci sono vento e sole per produrre energia, è stupido mettere una centrale nucleare. E, anche se molti di noi la pensano così (non ha scoperto lui l’acqua calda), forse non è bene decontestualizzarla, soprattutto in un momento in cui ci sono forti pressioni per il nucleare…
Miky
novembre 29
Luisa penso che la lettera non sia di per se una risposta a Renzo Piano; ma un semplice pretesto per sottolineare la grigissima situazione dei giovani architetti – ingegneri. Come dici tu “andamento ormai noto”. Siamo sicuri che sia noto? Noto tra chi? Tra noi stessi colleghi? Tra l’altro non mi sembra che nel’intervento di Piano ci siano cenni alla meritocrazia. E vorrei aggiungere che il suo intervento moralista cozza non poco con le sue ultime parcelle (vedi Brescia) e col suo dire “noi vecchi dobbiamo farci da parte”…
Concordo con te sull’ultima frase.
Luisa
novembre 29
Nella seconda parte intendevo dire che: se anche fa parte lui stesso di questo sistema, non può comunque permettersi di spendere due parole in favore dei giovani?Ripeto, da leggere nel contesto di un programma che prevede interventi “autoconclusivi”, che sono più uno spunto di riflessione che non un vero e proprio confronto nè con il pubblico, nè con sé stessi – ovvero con il conduttore-.
La nostra situazione nota?…in parte credo di sì. Non totalmente (come probabilmente noi ignoriamo nello specifico i problemi sull’avanzamento di carriera nell’ambito medico, per fare un esempio): non è un male ribadirla, e non è un male nemmeno ribadirla utilizzando come pretesto l’intervento di Renzo Piano (l’intervento è in vista e quindi è più alta la possibilità che desti interesse).
Come ho già scritto, condivido con l’autore i contenuti espressi (eccetto per l’ultima frase, lasciata a mezz’aria) ma non sul fatto che, se si ignora il come è stato fatto e in quale contesto, la polemica si rivolge esplicitamente Renzo Piano (l’ho chiamata con lo stesso nome dato dall’autore, non la ritengo una reale risposta a lui), dal momento in cui si tocca esplicitamente il tasto della contraddizione.
Concordo sul fatto che cozzi, non ho affermato il contrario. Ma è meglio quindi non fare discorsi per chi è un archistar e predica bene e razzola male? Le buone considerazioni rimangono buone considerazioni…sui sismi, cultura e curiosità, sul nucleare, e riflessioni varia di secondaria importanza.
Ottimi spunti, ottime considerazioni.
Falso buonismo quando parla di farsi da parte? Probabile. Ha davvero importanza, in quel contesto?
La questione del “merito” è una mia conclusione, dato che si parla di talento e cultura di cui dobbiamo farci forti.
Luisa
novembre 30
Capisco la tua indignazione ma ci tengo precisare alcune cose.
Per quanto riguarda il paragone architetto\medico (ed era solo un esempio, come ho già detto) paragonavo il fatto che entrambi, dell’altra categoria, sappiamo e NON sappiamo.
Lungi da me dire che abbiamo lo stesso trattamento o avanzamento di carriera!!!
Cit: “Parla per te, t basti sapere…”. Io parlo per me. Infatti ho scritto “in parte credo di sì”. Ripeto: CREDO. Scritto per esteso è: “io credo, ma non ne ho la certezza, che parzialmente si conosca la situazione di un nostro laureato tanto quanto noi conosciamo la situazione dei laureati nelle altre facoltà”.
Ho anche scritto che CONDIVIDO i contenuti espressi dall’autore, quindi anche la volontà di precisare questa situazione, o di precisarla ulteriormente come stai facendo tu.
“Che contesto? La Politica? ma che c’entra?” cit.
Il contesto non era l’italia o la politica. Il contesto è (come già detto) un programma che prevede quel tipo di interventi, assolutamente soggettivi e che non contemplano il confronto, quindi:
Personalmente prendo tutti gli interventi di quel programma (anche di personaggi che conosco meno o non conosco affatto) con la consapevolezza che quella è una voce, soggettiva e che non viene messa in discussione sul momento con un dibattito appropriato.Da questo mio personale atteggiamento verso l’ascolto degli ospiti di un programma con quel meccanismo, deriva la mia personale “clemenza” nei confronti delle omissioni di Piano.
Dalla “conoscenza” di chi ha parlato e che solo una piccola parte del pubblico ascolterà il programma con spirito critico e penserà che Piano è un santo deriva il fatto che ho detto che apprezzo i contenuti della risposta e che c’è del “falso buonismo” nelle sue parole.
cit.”mah.. si… effetivamente ci sono dei problemi in italia andate all’estero che nn ci sono problemi.. ma che dici??? sono basito dalla leggerezza di questa affermazione.” -> e infatti non l’ho mai affermato nè pensato. E non capisco come fai a leggerlo tra le righe.
Giuro che capisco il paragone di base che hai fatto ma a mio parere stai estremizzando troppo.
Io sto dicendo che preferisco che una persona autorevole anche per chi non è nel campo dell’architettura (non un criminale efferato!) faccia un discorso con messaggi positivi di varia natura, anche se in alcuni punti è ipocrita, piuttosto che non se ne parli affatto o si cerchi di affondarlo a tutti i costi solo perchè non ha parlato di quanto siamo sfruttati da lui o della sua architettura, lasciando pensare il meglio.
Di sismi, centrali nucleari ecc. poteva semplicemente non parlare, non era obbligato a parlarne e quindi non era obbligato a dire “io la metterei” o “io non la metterei”. Davanti ad una situazione del genere di risponderei: “certo, è ovvio che abbia detto che è contrario”.
Invece io ho apprezzato che in un momento in cui si sta cercando di insinuare che le “centrali nucleari di ultima generazione sono sicure e aiuterebbero l’italia” c’è una voce autorevole che rafforza il pensiero di chi dice “Attenzione, rivalutiamo gli altri metodi”. Purtroppo ci sono tante voci che dicono “mettiamo il nucleare”.
Penso di aver parlato in maniera esaustiva dell’argomento, ma per sintetizzare (evitando ulteriori fraintendimenti):
Concordo sul fatto che Renzo Piano abbia fatto delle importanti omissioni in modo tale da poterne uscire vincente e quindi…:
-Concordo con i contenuti dell’autore e le sue intenzioni di far emergere con questo mezzo la nostra situazione;
-Non concordo con l’eccessiva enfasi posta su Piano (rischiando così di sminuire un complesso di messaggi a mio parere positivi in favore di una polemica per il fatto che abbia parlato falsamente, piuttosto che alla situazione), infatti ero discorde con l’impostazione. Concordo invece se si tratta di una lettera esplicitamente rivolta e inviata a lui o al programma, come quella poco sopra(che apprezzo molto, centra meglio il problema senza usare “conclusioni accattivanti ma ingannevoli”).
-Apprezzo gli altri messaggi che ha mandato Piano
-Accetto che, in mancanza di chi è coerente e pronto a difendere la nostra categoria (esistono tanti del genere?o qualcuno disposto ad ospitarli?), una voce ascoltata si permetta di mandare un messaggio positivo o spunti di riflessione importanti, anche se ne esce ingiustamente vincitore. A volte (sottolineo “a volte”) bisogna guardare più al contenuto e non a quello che dice. Al contenuto e anche al contesto in cui si dice (quel programma). Anche perchè quel 70% che Renzo Piano lo conosce solo di nome, penserà che è un santo(peccato!)…ma avrà sentito e forse fatto propri i bei concetti e ideali di cui parla. E secondo me questo è importante.
Meglio di così non so spiegarmi, e tutto quello che ho ribadito può essere letto in quello che già avevo scritto, ma evidentemente (?) non era chiaro.
Luisa
novembre 30
(ho sbagliato “a volte bisogna guardare più al contenuto anzichè a chi lo dice”
Luisa
novembre 30
Ps Volevo puntualizzare che sto dando per assunto che Renzo Piano si comporti in una determinata maniera con i dipendenti in virtù del fatto che qui ne parlate come di un concetto assodato, e sto esprimendo il mio parere anche in base a quello. Personalmente non ho informazioni a riguardo
Luca79
dicembre 2
Luisa non c’è bisogno di scrivere così tanto. L’articolo è una critica non a Renzo Piano, mi sembra evidente. Tramite l’intervento di Piano, che sollecita i giovani a far bene (tutto qui, e gli diamo ragione) l’autore coglie l’occasione per spiegare com’è la situazione dei giovani architetti. Punto. E sottoscrivo quello che c’è scritto. E’ tutto vero. E lo sappiamo tutti. Poi di come Renzo tratti i suoi dipendenti ce ne freghiamo. Non ci interessa. Poteva indirizzare la lettera anche ad <hadid o foster. E cmq quello che ha detto piano sono banalità. Moooolto più legate alla politica che all'architettura in sè. Anche perchè ospite di una trasmissione non certo a-politica.In ogni caso la politica non c'entra qui.
Ste
dicembre 2
Io sono a favore sia dell’autore che di Luisa. Sono 2 cose diverse. Concordo sulla critica verso il sistema datore di lavoro – dipendente. Ed è giusto parlarne e provare a risolvere (anche se temo senza possibilità). Concordo sul fatto che il “buon” Renzo possa esprimere un buon messaggio per i giovani. Stante parlando di due cose diverse a mio parere. Entrambe condivisibili; almeno da me
Luisa
dicembre 3
Ste ha espresso in due parole il succo di ciò che ho cercato di dire in tutte le salse. Non era mia intenzione dilungarmi ma avevo scritto qui per avere un confronto di opinioni ed essere stata fraintesa in quasi tutto non era produttivo.
Cosa significa fare – Una risposta a Renzo Piano « Sardarch
ottobre 18
[…] http://mag.sardarch.it/index.php/2010/cosa-significa-fare-una-risposta-a-renzo-piano/ […]
URL
giugno 23
… [Trackback]…
[…] Read More: sardarch.it/index.php/2010/cosa-significa-fare-una-risposta-a-renzo-piano/ […]…