“Uno spazio pubblico cittadino non è uno spazio residuale tra strada e edifici, tantomeno uno spazio vuoto considerato pubblico solamente per ragioni giuridiche. Non è uno spazio specifico, in cui bisogna andare, come chi va ad un museo o a uno spettacolo. Sarebbe meglio dire che questi spazi sopracitati sono spazi pubblici potenziali ma che hanno bisogno di qualcosa in più perché diventino spazi pubblici cittadini.
Lo spazio pubblico è allo stesso tempo lo spazio principale dell’urbanistica, della cultura urbana e della cittadinanza. È uno spazio fisico, simbolico e politico.” (da: El espacio publico: ciudad y ciudadania di Borja-Muxi)
Le città contemporanee nella loro crescente corsa alla occupazione totale del territorio, lasciano inevitabilmente cicatrici sul suolo urbanizzato, accumulando una grande quantità di spazi inutilizzati e inedificati, spazi che nell’attesa di diventare qualcos’altro restano bloccati nel limbo anche per lunghi periodi di tempo.
L’idea del collettivo 1319 e del collettivo De la calle è quella di riciclare temporaneamente questi luoghi, sfruttando il limite delle città di non riuscire a generare nuovi usi negli spazi, che per motivi giuridici-amministrativi restano abbandonati: spazi in attesa di essere edificati, vuoti urbani di lunga data e altri che nascono in seguito a demolizioni di antichi edifici, spazi che secondo il progetto di questi due gruppi potrebbero essere recuperati in modo effimero per un uso pubblico.
Il progetto De la Calle (http://thegreatoutdoors.typepad.com/delacallefc/ )per la rigenerazione temporanea di questi vuoti urbani si appoggia sul concetto di sport informale, concepito come attività delle quali possono essere precisamente delineate caratteristiche quali spontaneità, scarsi o nulli requisiti previi siano essi tecnici (livello individuale) o istituzionale (non appartenere formalmente a nessuna squadra), economici (non pagare quote per occupare lo spazio) organizzativi e legali.
Lo scopo dell’iniziativa è rivendicare il diritto alla città e all’uso dello spazio pubblico, mantenendo e permettendo che esista la spontaneità e il carattere temporaneo delle esperienze della strada contrapponendosi e invitando alla riflessione rispetto alla crescente edificazione di spazi per l’attività sportiva formale, palestre, campi etc e la concomitante riduzione di spazi per la pratica dello sport informale, attraverso leggi che diminuiscono la libertà all’uso dello spazio pubblico.
Contestualizzando il proprio intervento nell’ambito della città di Barcellona, il colectivo De la calle ha usato come pretesto il “fútbol callejero”, il calcio di strada, cercando di dare delle nuove opzioni per gli spazi di gioco attraverso la riappropriazione temporanea di vuoti urbani.
La strategia del Colectivo passa attraverso un censimento di tutte le installazioni sportive informali esistenti nella città e di tutti quei vuoi urbani inutilizzati, allo scopo di poter pianificare, identificare e gestire questi spazi e progettare nuove installazioni informali che potrebbero funzionare come spazi di sperimentazione prima di investire denaro per la costruzione di spazi sportivi formali.
L’obiettivo è ripensare il modo di pianificare lo spazio pubblico rispetto alla sua continuità nel tempo per favorire la creazione di luoghi che si sviluppino nel tempo in modo discontinuo e de localizzato.
Creare una ipotetica struttura urbana di spazi in disuso, con forma e localizzazione variabili nel tempo e capaci di assecondare le trasformazioni delle città, ottenendo cosi una serie di spazi pubblici attivi in maniera temporanea.
Il carattere effimero di queste installazioni sportive informali, fa si che gli spazi che vengono creati durino un tempo relativamente corto ma che al contempo abbiamo una grande possibilità di successo dovute a fattori molto diversi quali il tipo di pubblico e fattori ambientali.
Video de la calle:
Sulla falsariga del progetto De la calle, anche lo studio di progettazione 1319, composto da Patricio Levy e Veronica Mansilla, ( http://www.wix.com/trecediecinueve/1319) pensa a un differente modo di recuperare questi vuoti urbani in disuso.
La strategia é simile, creare una ipotetica struttura urbana di spazi pubblici in disuso allo scopo di generare una rete di spazi pubblici attivi in maniera temporanea.
“il recupero degli spazi in disuso migliora la qualità ambientale, la percezione del contesto e l’identità e adesione sociale del quartiere, evita problemi di salubrità, sicurezza e degrado ambientale, tanto del suolo quanto del contesto sociale.”
La proposta parte dalla considerazione che non è necessario generare nuovi spazi, considerando che utilizzando quelli esistenti è possibile rispondere in breve tempo, alle esigenze di tutti gli attori sociali coinvolti:
- ai cittadini di avere spazi di incontro;
- all’amministrazione limitare il degrado ambientale;
- al proprietario privato compensare il costo di mantenimento del terreno.
L’approccio dei 1319 è sistematico e prevede come primo step la creazione di un Registro dei terreni per uso pubblico nel quale registrare tutti i terreni vuoti e in disuso: in questa fase la partecipazione della cittadinanza è fondamentale nel momento di definire una “mappa collaborativa” nella quale i cittadini possono introdurre le proprie informazioni.
La seconda fase prevede la creazione di un equipe di intermediazione che si occupi sia della gestione dei vari terreni attraverso il loro utilizzo temporaneo, sia di intermediare tra l’amministrazione pubblica, i cittadini e il proprietario proponendo un contratto di cessione temporanea che consenta l’utilizzazione dello spazio.
Attualmente il collettivo 1319 sta applicando questa strategia per la riqualificazione di un vuoto urbano nella città di Tucuman in Argentina, in un progetto denominato Acción-Reacción.
1319 – construir el vacio
1319
http://www.wix.com/trecediecinueve/1319
Accion reaccion
http://www.facebook.com/album.php?aid=14809&id=111514532207094
De la calle
http://thegreatoutdoors.typepad.com/delacallefc/
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